Furore in Costiera Amalfitana

Un fiordo nel bel mezzo della Costiera Amalfitana, acque cristalline e un'atmosfera magica e sognante.

Percorrendo la Costiera Amalfitana non troverete questa cittadina disposta ordinatamente lungo la costa, come tutte le altre, perché il Fiordo di Furore si nasconde e si lascia scoprire solo dai visitatori che sanno e vogliono cercarlo.

Nascosto tra le montagne, Furore ha l’aspetto rigido della roccia e quello fluido del mare. E’ un borgo lacerato in due: da un lato c’è la sua marina, ovvero il Fiordo, dall’altro il paese, con le sue case sparse lungo il costone, praticamente invisibili agli occhi di chi viaggia lungo l’amalfitana.

Potrete incamminarvi tra i sentieri e i vicoletti avidamente strappati alla roccia per ammirare giardini colorati e vigne, pergolati e terrazze a strapiombo sul mare, chiese, campanili e cupole arabeggianti. Il panorama che offre questa terra è disarmante, con il maestoso fiordo che avanza impavido sul mare e la cittadina tutta che sembra voler fare un tuffo in quelle acque cristalline. La tranquillità che avvolge le strade sinuose di Furore, vi immergerà in un’atmosfera magica e sognante. Le rocce a strapiombo, la vegetazione che mendica un po’ di spazio nelle fessure delle pareti aride, i gruppi di case che lottano contro la ribellione del territorio, l’ammaliante suono delle onde che si infrangono sulla costa, Furore è tutto questo e anche molto di più se si presta attenzione ai suoi silenzi.

Il ponte del Fiordo
Il ponte del Fiordo

Il monumento del mare: il Fiordo di Furore

Il Fiordo di Furore è come una ferita nella roccia, una spaccatura dovuta ad un torrente quasi sempre secco, lo Schiato, che scende a picco dal bordo dell’altopiano di Agerola. E’ stravagante pensare ad un fiordo nel bel mezzo della Costiera Amalfitana, poiché nell’immaginario collettivo queste rocce a strapiombo sul mare sono peculiarità tipicamente nordiche. Eppure questo fiordo esiste, in tutta la sua straordinaria bellezza, uno splendore che dà quasi un senso di vertigine, capace di far esplodere dentro “l’assorta meraviglia dell’essere” tanto cara ad Alfonso Gatto, che gli dedicò una poesia. Un’immagine seducente da contemplare almeno una volta nella vita.

La storia di Furore

Le prime notizie storiche documentate vedono Furore, il cui nome deriva probabilmente dal fiordo della sua Marina, come un semplice casale della Regia città di Amalfi. Furore affiora dal completo anonimato grazie alla compilazione del catasto carolino del 1752 da cui emerge l’immagine di una piccola comunità costiera sparsa sul territorio, carente di terreni coltivabili e poco abitata. Per la sua particolare struttura territoriale, Furore è stata sempre una roccaforte inattaccabile anche durante le incursioni saracene.

Il Fiordo ha avuto la funzione di porto naturale, nel quale si svolgevano ricchi traffici e si potenziavano le più antiche forme di attività industriali. Alcune delle famiglie più illustri hanno dato il nome a diversi luoghi e strade della cittadina come Li Summonti, Le Porpore, Li Cuomi, Li Candidi.

Il diavolo a Furore

Si racconta che sia venuto a trovare gli abitanti di Furore addirittura il diavolo in persona e che i cittadini, essendo assolutamente ostili a questa presenza, divennero letteralmente “furiosi” e lo cacciarono via violentemente. Ma il diavolo, fortemente indispettito da questa inospitalità, decise di lasciare le sue feci proprio all’uscita del paese, in sommità, verso Agerola. Quando però arrivò il momento di pulirsi, lo fece con la prima cosa che gli capitò sotto mano, ovvero un’erba. Quest’erba era tra ortiche più aggressive che esistessero da quelle parti e provocò al “povero” diavolo dolori atroci e tremendi. A questo punto andò via bestemmiando con tutta la sua voce e battendo fortemente i piedi a terra, segnando per sempre quel pezzo di strada con il suo zoccolo caprino. A parte questa storia leggendaria, si pensa comunque che il nome di Terra Furoris le sia stato dato per il fortissimo rumore del mare che nelle notti tempestose si infrange violento contro il Fiordo.

Ciak si gira a Furore!

La chiesa di Furore
La chiesa di Furore

Parte del film “Amore”, di Roberto Rossellini, è stata girata nelle cornici di Maiori e Furore, in particolare c’è la scena in cui la Magnani per il desiderio di partorire nella chiesa di San Michele, si incammina per quella salita che porta dal fiordo fin su alle case del paese. Questa salita rappresentava proprio la fatica e la dannazione del paese quando non esistevano automobili e strade, ma soltanto uomini e muli.

Cosa mangiare a Furore

Non lasciatevi sfuggire la squisitezza e la genuinità dei prodotti tipici del posto come i pomodorini di montagna, con il loro sapore deciso, l’olio d’oliva, le erbe odorose e le patate di terra asciutta, che hanno un ruolo primario nella cucina furorese. Il piatto totani e patate è un vero e proprio monumento culinario per i furoresi, grazie alla semplicità della sua ricetta e al sapore davvero unico.

Come arrivare a Furore

Furore si trova lungo la statale che unisce tutti i paesi della Costiera Amalfitana. Per informazioni su come arrivare e muoversi in Costiera Amalfitana leggete la nostre pagine Come arrivare in Costiera Amalfitana e Come muoversi in Costiera Amalfitana